L’onicofagia, comunemente conosciuta come il vizio di mangiarsi le unghie, è un disturbo comportamentale che affligge molte persone in tutto il mondo. Questo comportamento compulsivo può avere conseguenze sia fisiche che psicologiche per chi ne è affetto, ma spesso rimane sottovalutato o non trattato adeguatamente.
Definiamo correttamente cos’è l’onicofagia, le sue cause, i sintomi e i possibili trattamenti disponibili per affrontare questo disturbo.
Cos’è l’onicofagia?
L’abitudine di rosicchiarsi le unghie, scientificamente nota come onicofagia, rappresenta un disturbo compulsivo e un deficit nel controllo degli impulsi, inducendo il soggetto a trovare piacere e sollievo nel mordicchiare costantemente le unghie delle proprie mani, talvolta coinvolgendo anche pellicine e cuticole circostanti. Questo comportamento può provocare conseguenze dannose sia a livello psicologico che fisico per il paziente.
Di solito, tale disturbo non si limita a una sola unghia, ma coinvolge tutte le dita delle mani. Oltre all’onicofagia, altri disturbi legati al deficit del controllo degli impulsi includono la dermatillomania, la piromania, la dermatofagia, la cleptomania e la tricotillomania.
Cosa causa l’onicofagia?
La causa principale dell’onicofagia è di natura psicologica, infatti questo disturbo è classificato tra i disturbi comportamentali ed emotivi e si manifesta principalmente in periodi di elevato nervosismo, stress o noia. Tuttavia, le sue origini possono anche risiedere nella scarsa gestione dell’ansia e del nervosismo, o in un disagio emotivo più profondo.
Spesso, alla base dell’onicofagia, si individua un ambiente familiare non salutare, caratterizzato da conflitti e incomprensioni, aspettative eccessive da parte dei familiari o difficoltà nel gestire l’ansia.
Il mordicchiare le unghie può essere un modo per contenere le reazioni a tensioni interpersonali e disagi personali. È un disturbo che tende a attenuarsi una volta che la situazione di disagio si risolve. Tuttavia, il disturbo può ripresentarsi quando le circostanze di ansia o stress si ripresentano.
L’onicofagia è identificabile facilmente attraverso due fasi: il primo passaggio consiste nel controllo visivo o tattile dei possibili difetti e imperfezioni delle unghie e dei tessuti molli circostanti, al fine di renderli regolari; il secondo passaggio coinvolge proprio il mordicchiare delle unghie, delle pellicine (perionichio) e delle cuticole.
Come smettere di mangiarsi le unghie?
La maggior parte delle persone smette spontaneamente di mangiarsi le unghie intorno ai 30 anni, spinte dalla paura di sviluppare infezioni o semplicemente desiderando un aspetto più curato. Spesso è sufficiente che venga eliminata la causa che genera ansia, stress e nervosismo per porre fine a questo disturbo.
Per interrompere il vizio di mangiare le unghie, può essere utile prendersi cura delle mani con regolari sessioni di manicure e l’applicazione di smalto (anche trasparente per gli uomini, se necessario) o l’utilizzo di unghie artificiali. Si può anche considerare l’utilizzo di bendaggi o cerotti sulle punte delle dita, o indossare dei guanti. Mantenere le unghie accuratamente tagliate aiuta a ridurre le tentazioni. Inoltre, masticare gomme senza zucchero o bastoncini di liquirizia può tenere la bocca occupata. Anche l’attività sportiva aiuta a scaricare lo stress e la tensione, mantenendo le mani impegnate in altre attività e rendendo le unghie meno accessibili.
Quando i metodi sopra citati non sono efficaci, nei casi più gravi è consigliabile rivolgersi ad uno psicoterapeuta per comprendere le cause sottostanti del disturbo. L’onicofagia è considerata un comportamento tendenzialmente autolesionistico. A volte, i trattamenti locali possono non essere sufficienti, e in questi casi si può considerare l’uso di farmaci antidepressivi prescritti per disturbi ossessivo-compulsivi, o integratori di vitamina B che influenzano la serotonina, l’ormone responsabile del controllo dell’umore e dell’aggressività. È importante consultare un medico in queste situazioni.