La tragedia della nave da crociera Costa Concordia è una delle più gravi che siano mai avvenute nel Mediterraneo. Ben 5 morti e ancora 11 persone disperse rendono l’idea di quello che è successo a borda della nave anche se, visto l’alto numero di passeggeri (oltre 2000), il bilancio poteva essere ancora più grave. A rendere ancora più grave la situazione è il possibile danno ambientale che potrebbe distruggere uno degli habitat marini più belli della nostra costa.
L’isola del Giglio, infatti, può vantare tratti di costa davvero meravigliosi che, ora, sono messi a rischio dalla possibile fuori uscita di greggio dalla nave che rischia seriamente di inabissarsi quasi completamente.
Per quanto riguarda la Costa Crociere il danno in termini economici si aggira intorno ai 700 milioni di dollari (tanto valeva la nave) che verranno quasi totalmente risarciti dalla compagnia di assicurazione, senza considerare anche i risarcimenti ai passeggeri e al personale di bordo e all’enorme danno di immagine.
Proprio per questo il costo complessivo dell’incidente della nave della Costa Crociere sarà di gran lunga maggiore del costo stesso della nave. In più bisogna considerare che ci vorrà del tempo prima di ristabilire la fiducia nei confronti dei viaggiatori scandalizzati anche dal comportamento del comandante che, stando a quanto trapela dai media, avrebbe dato l’allarme con forte ritardo rispatto all’incidente e avrebbe abbandonato la nave prima ancora di aver messo al sicuro i passeggeri.
Inoltre sembra che anche il comportamento del resto dell’ecquipaggio non sia stato inappuntabile tanto che molti passeggeri hanno lamentato scena di panico stile titanic a bordo della Costa Concordia.
Se consideriamo che le scene della nave appoggiata su un fianco a ridosso dell’isola del Giglio stanno facendo il giro del mondo è evidente di quanto dovranni lavorare duramente i vertici della compagnia per ridare fiducia nei confronti di quella che era uno delle compagnie di punta in Europa per quanto riguarda le crociere.
Articolo scritto da Stefano di economyonline.it